La giurisprudenza fino ad ora ci ha insegnato che quando la società, sia essa una Srl o una S.p.A. non ha nulla il cassa non c’è modo per i creditori di aggredire i soci.

E il recupero crediti diventa ancora più difficile.

Però non è sempre così!

Anche se i luoghi comuni ci farebbero pensare che ogni speranza è svanita, sembra essere passata inosservata la sentenza della Cassazione dello scorso 10 aprile secondo la quale

“è possibile agire contro l’ex amministratore anche se la società è fallita o non ha più niente in cassa”.

In particolare la Suprema Corte ha chiarito che anche i creditori possono promuovere una comune azione di responsabilità contro l’ex amministratore, così come avviene per i soci in caso di cattiva gestione.
I terzi di cui parliamo potrebbero essere ad esempio un’altra società fornitrice di un bene o servizio, un gruppo di consumatori danneggiati dalla società, un ex lavoratore che non ha percepito stipendio o TFR, etc.

Vediamo ora quando è possibile agire.

Per ottenere il risarcimento del danno dall’amministratore questo deve essere immediata e diretta conseguenza di atti dolosi o colposi compiuti dall’amministratore e non una semplice mancanza di denaro!
In pratica, per la Cassazione, è richiesta un’azione fraudolenta da parte dell’amministratore, alla base di uno svuotamento del patrimonio sociale dell’azienda con conseguente danno per i creditori.

Ad esempio tale svilimento del patrimonio sociale potrebbe essere stato posto in opera con la svendita o la cessione di beni ai soci o ad altri soggetti senza il pagamento di un corrispettivo.

Atti volti a lasciare i creditori senza garanzie e senza beni da pignorare.

Ricordiamo inoltre che l’azione di risarcimento danno è ben diversa dall’azione di recupero del credito.

Forse non lo sapete ancora ma lo Studio Stefano Parisi mette al tuo servizio anche uno studio legale ed un ufficio investigativo che valuterà assieme a voi la possibilità di agire contro l’amministratore della società svuotata con atti fraudolenti in via legale.